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sabato 5 dicembre 2020

Appunti per il Dopo

Se l'arrivo di questa pandemia (un fenomeno naturale, in fondo, per quanto raro) ci ha obbligati a sconvolgere le nostre abitudini e ha stimolato la diffusione di  modi nuovi per comunicare, per aggirare i limiti agli spostamenti e ai contatti, bisognerebbe, credo, sempre ricordarsi che questa è una realtà provvisoria: importante non è tanto trovare soluzioni per una vita  dettata dalla situazione contingente, condizionata dalla distanza, dal non poter respirare la stessa aria, in cui molte iniziative cui ci dobbiamo adattare, come il seguire corsi o visitare mostre virtualmente, tramite pc, sono esperienze inevitabilmente sgradevoli, non desiderabili in una situazione di libertà. Più importante sarebbe, quindi, cominciare a pensare al Dopo: come ricostruire e ricominciare, eventualmente innovando, quando si potrà riprendere non solo la socialità e il contatto fisico, vittime dirette del virus, ma anche il diritto di muoversi in solitudine, che per regole discutibili ha finito per essere vittima a sua volta, forse senza che ce ne fosse davvero il bisogno.

Si è molto scritto che dalla pandemia si può imparare... non so e non mi farei troppe illusioni: continuo a credere che se non ci fosse stata sarebbe stato meglio. Una cosa che potrebbe suggerire delle riflessioni, però, la vedo nell'esperienza del confinamento e nell'essere tornati all'era dei comuni, in cui dei limiti amministrativi dei quali non ci siamo mai interessati nella nostra vita sono tornati ad essere frontiere invalicabili, il confine del mondo fisicamente esplorabile. Nei comuni minori, nelle aree gravitanti attorno ai capoluoghi, ci si è forse resi conto di quanto povera sia l'offerta di risorse culturali ed anche di vita sociale e civica: il Dopo sarà, spero, senza frontiere e potremo muoverci dovunque vorremo, ma l'idea di cercare, anche nel piccolo dei centri periferici, di rendere vivi anche luoghi vicini a dove risiediamo, di collaborare per valorizzarli, potrebbe essere l'inaspettata reazione positiva alla nostra brutta esperienza.



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